In navigazione verso il cambiamento

Metafora velica di un percorso di counseling sistemico.

L’Assemblea dei soci di Assocounseling del 21 aprile 2011 ha definito il counseling professionale come un’attività che offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione.

Se decidi di rivolgerti a un counselor avrai avvertito la presenza nella tua vita di un problema, cioè di una difficoltà, di un elemento di malessere, di una sofferenza – che non si configura come patologia – che non ti consente di esplicare pienamente le tue potenzialità relazionali o professionali, che ti limitano nel tuo sviluppo personale, nel raggiungimento delle tue aspirazioni di benessere; avrai avvertito l’esigenza di produrre un cambiamento nella tua vita (relazionale, lavorativa, familiare, sociale, ecc.), che ti consenta di superare tale problema; avrai infine maturato la volontà di intraprendere un percorso che ti conduca verso questo cambiamento.

Il counseling, infatti, ti offre la possibilità di avviare un processo di focalizzazione e graduale acquisizione di consapevolezza e di capacità di autodeterminazione, che ha come fondamento l’instaurazione, tra te e il counselor, di una relazione (che rientra nel genere della relazione di aiuto) nella quale il counselor si mette al tuo fianco anzitutto per definire il problema rapportato al contesto in cui esso si manifesta (focalizzazione); in seconda battuta per individuare la tua esigenza di cambiamento (la “domanda”), a cui sarà finalizzato il percorso di counseling (consapevolezza); infine, per riconoscere le risorse a cui potrai ricorrere per realizzare tale cambiamento e progettare come utilizzarle affinché il cambiamento si produca (consapevolezza e autodeterminazione).

All’avvio di tale relazione, il counselor ti accoglie in un ambito di assoluta riservatezza e completa assenza di giudizio; ma è anche il counselor ad essere accolto da te, che lo introduci all’interno del tuo sistema di relazioni abitato dal problema che intendi affrontare, consentendogli di osservare, porre domande, proporre strumenti di esplorazione e, soprattutto, di ascoltarti.

Insieme al counselor, inizi allora ad esplorare i tuoi contesti per osservare il problema che hai individuato, ti interroghi – all’interno di una dinamica di puro dialogo – sulle dinamiche e sul funzionamento dei sistemi nei quali il problema si manifesta, intrecciando una collaborazione così stretta da includere lo stesso counselor all’interno di tali sistemi. Il counselor allora si coinvolge all’interno dei sistemi, apprende da essi, ne osserva equilibri e dinamiche, conosce le interazioni che si sviluppano al loro interno, interagisce con essi.

Presupposto della tua relazione con il counselor è la fiducia: una fiducia incondizionata nella possibilità che il cambiamento avvenga, e che esso sia possibile grazie alle risorse che tu già possiedi individualmente o come parte dei sistemi (relazionali, e quindi ad esempio familiare, professionale, sociale, ecc.) a cui appartieni.

Mi piace accostare i percorsi di counseling sistemico che propongo ad un breve viaggio in barca a vela, nel quale si sviluppano le dinamiche che cercherò di descrivere, metaforicamente, qui di seguito.

L’imbarcazione su cui questo viaggio avviene è il sistema al quale tu appartieni (e al quale contribuisci a dare vita) e che è interessato dal problema da te individuato; sei tu a conoscere l’imbarcazione, le caratteristiche del suo scafo, del suo timone, delle sue vele, della sua alberatura, della sua strumentazione di bordo, e di tutto ciò che ne consente la navigazione; sei tu a governare l’imbarcazione.

Accogliendomi a bordo, nella mia qualità di counselor, potrai contare su un compagno di viaggio che, una volta conosciute le caratteristiche dell’imbarcazione, collaborerà lealmente per fare in modo che vele, alberatura, scafo, timone ed ogni altro utile elemento, assumano l’assetto più idoneo ad una navigazione che porti l’imbarcazione dalla nebbia (la situazione di difficoltà, la crisi) all’aria rarefatta (la chiarezza, la consapevolezza), da acque agitate ad acque tranquille.

Come sempre, a decidere la rotta e l’assetto di navigazione sarai tu; il mio ruolo come counselor sarà quello di affiancarti nell’osservazione delle stelle; nell’ascolto dei venti, nella comprensione di come vele ed alberatura reagiscono alla loro forza; nell’individuazione delle correnti e nella comprensione di come scafo e timone ne sono influenzati; nella lettura della mappa (la carta nautica) e nella comprensione della sua relazione con la linea della costa e con la profondità dei fondali in essa rappresentati.

In questa navigazione utilizzeremo – oltre alla mappa e alle stelle – la bussola, che ci consentirà di stabilire quali sono le coordinate del tuo punto di partenza e della rotta che avrai individuato; il binocolo, che ci consentirà di osservare e considerare anche ciò che ancora non si vede a occhio nudo, ma che si può intravvedere in lontananza, anche solo interpretando i segnali che proverranno da orizzonti lontani o semplicemente pensabili; ma anche lo strumento del diario di bordo, che scriveremo insieme, così da registrare ciò che accade nel corso della navigazione, al fine di aumentare il nostro grado di comprensione della sua complessità.

In questa metafora, la mappa è la rappresentazione che farai del contesto in cui abita il sistema interessato dal problema. Gregory Bateson, antropologo, sociologo e psicologo britannico tra i padri del paradigma sistemico-relazionale, sosteneva che “la mappa non è il territorio”. E allora, la lettura che faremo insieme della tua mappa, ti consentirà di diventare consapevole della tua lettura della realtà, cioè dei significati e dei nessi che ti guidano nella descrizione e costruzione del tuo mondo, o nella composizione della tua narrazione abitata dal problema, così da individuare – nei tuoi contesti, nella tua biografia o nella tua storia familiare – la loro origine e le premesse che ne stanno alla base.

Le vele, l’alberatura, lo scafo, il timone e la diversa strumentazione di bordo, rappresentano invece gli elementi che compongono il sistema a cui appartieni, tutti dotati di proprie caratteristiche che li rendono insostituibili risorse, che consentono – ne saremo assolutamente fiduciosi – di navigare verso la meta desiderata (il cambiamento) e che sono influenzati dai venti, dall’acqua e dalle correnti marine (gli elementi del contesto all’interno del quale cercherai il cambiamento).

Ti sarà particolarmente utile osservare e considerare come questi elementi vengano influenzati da ciò che accade nel contesto di riferimento, da come essi interagiscono con esso; su come tali elementi possano essere meglio disposti affinché costituiscano una risorsa da attivare per raggiungere il cambiamento desiderato.

Infatti, come scriveva Seneca, “Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele”.

Infine, binocolo, bussola, osservazione delle stelle e diario di bordo rappresentano i diversi strumenti che ti proporrò per osservare la realtà con uno sguardo aperto ad una nuova visione, auspicabilmente “circolare”, cioè abitata anche dallo sguardo di chi, insieme a te, costituisce i sistemi ai quali appartieni e con te interagisce (binocolo); o per individuare i valori di riferimento alla base del tuo vissuto, della tua progettualità, delle tue narrazioni (bussola, osservazione delle stelle); o ancora per facilitare il contatto con il tuo mondo interiore, fatto di emozioni che ti informeranno non su che cosa guarderai, ma su come lo guarderai (diario di bordo).

Nel corso della navigazione, condivideremo la curiosità dell’esplorazione, fatta di domande, risposte, ipotesi e verifiche, ma anche di smentite ed altrettante ipotesi; rileggeremo insieme le tue narrazioni e le rappresentazioni delle tue interazioni, relazioni, vissuti, anche emotivi; alimenteremo insieme la speranza del cambiamento, della liberazione, dell’evoluzione, dell’autodeterminazione; ci confronteremo condividendo storie, visioni, intuizioni, ricordi, echi emozionali, desideri, assetti valoriali, premesse, influenze familiari, e lo faremo in un dialogo aperto e sincero, all’interno del quale si svilupperà la nostra relazione.

E sarà un’avventura ricca, complessa, a volte faticosa ma di sicuro coinvolgente e, alla fine, illuminante.

Punteremo insieme la prua verso il nuovo orizzonte possibile da te desiderato; solcheremo il mare con il vento in poppa, ma anche attraversando momenti di bonaccia; cercheremo di interpretare la voce dei venti danzando tra le onde, se necessario effettueremo qualche virata, o qualche strambata, o ancora modificheremo la rotta, manovrando insieme coordinati e sintonizzati sulle tue esigenze, sulle tue risposte, sulle tue scoperte e sulle tue emozioni; osserveremo insieme le nuvole in cielo, i raggi del sole che illumineranno le increspature dell’acqua, le stelle… i tuoi desideri.

E quando la navigazione avrà raggiunto la sua meta e tu sarai approdato al cambiamento da te desiderato, potremo constatare insieme la tua soddisfazione per il nuovo assetto relazionale raggiunto, per il nuovo equilibrio che avrai dato al tuo sistema o per la nuova direzione che avrai impresso alla tua vita, anche richiamando i passaggi più significativi del nostro viaggio, le scoperte che avrai fatto, le nuove visioni a cui avrai avuto accesso, le nuove narrazioni che avrai composto.

Quanto a me, non mi resterà che scendere dalla tua imbarcazione. Sarà però per me inevitabile accorgermi che qualcosa di quel viaggio – fosse anche solo un’osservazione, un’emozione, una risposta inaspettata che abbia portato a cogliere una differenza, un’intuizione – mi sarà rimasto addosso, modificando o evidenziando, levigando o contribuendo a meglio definire qualche mia visione, narrazione, premessa o significato: mi accorgerò – con gratitudine – che questo viaggio avrà apportato anche in me qualche piccolo o grande cambiamento.

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